Olive in Italia e nel mondo

Secondo stime della FAO (Food and Agriculture Organization), 9.922.836 ettari di area coltivata nel mondo sono destinati all’olivo, con la Spagna (2.500.000 ettari) al primo posto, seguita dall’Italia (1.159.000 ettari).

Questi numeri sono sicuramente uno dei motivi per il quale, anche dal punto di vista normativo c’è molta attenzione nei confronti dell’olio extravergine di oliva. I regolamenti del settore oleicolo sono molteplici e riguardano definizioni, etichettatura, metodi di analisi con i relativi parametri, nonché modalità di commercializzazione.

Esistono oltre 2500 varietà di olive, di cui 250 sono classificate come cultivar commerciali dall’Olive Oil Council.

In Italia è possibile distinguere due macro gruppi: olive da tavola e olive da olio. Quelle da tavola presentano un frutto di dimensioni maggiori rispetto all’altra tipologia, un elevato rapporto polpa/nocciolo (più polpa) e un minor contenuto in olio. Si distinguono le une dalle altre, anche per il fatto che sono andate adattandosi all’ambiente di crescita.

Tra i punti di forza italiani, rispetto al resto d’Europa il settore alimentare ha il primo posto. È necessario valorizzarlo.

A tutelare le denominazioni di origine protetta, nel Lazio, è il Consorzio Sabina DOP, riconosciuto dal D.M. 23 ottobre 2009, n. 16106. Il consorzio si costituisce di olivicoli, frantoi e imbottigliatori di 46 comuni delle province di Roma e Rieti.

Anche nella fase di lavorazione, i vantaggi sono tanti. La possibilità di avere i frantoi nei pressi delle aree di coltivazione e raccolta, che permette una tempestiva lavorazione del prodotto primario (uno dei principali requisiti per l’ottenimento di un prodotto di alta qualità), l’elevata professionalità dei lavoratori dei frantoi, la modernizzazione degli impianti.

Il territorio nazionale è ricco di aree agricole, in termini quantitativi e in termini di adattabilità alla coltivazione. Sono circa 300 le varietà di cultivar di oliva, che hanno un grande valore paesaggistico, culturale, turistico e storico. Questo spiega perché il territorio italiano conta 43 DOP, 1 IGP, 500 filiere del prodotto oleicolo tracciate.

Olive in Italia e nel mondo

Secondo stime della FAO (Food and Agriculture Organization), 9.922.836 ettari di area coltivata nel mondo sono destinati all’olivo, con la Spagna (2.500.000 ettari) al primo posto, seguita dall’Italia (1.159.000 ettari).

Questi numeri sono sicuramente uno dei motivi per il quale, anche dal punto di vista normativo c’è molta attenzione nei confronti dell’olio extravergine di oliva. I regolamenti del settore oleicolo sono molteplici e riguardano definizioni, etichettatura, metodi di analisi con i relativi parametri, nonché modalità di commercializzazione.

Esistono oltre 2500 varietà di olive, di cui 250 sono classificate come cultivar commerciali dall’Olive Oil Council.

In Italia è possibile distinguere due macro gruppi: olive da tavola e olive da olio. Quelle da tavola presentano un frutto di dimensioni maggiori rispetto all’altra tipologia, un elevato rapporto polpa/nocciolo (più polpa) e un minor contenuto in olio. Si distinguono le une dalle altre, anche per il fatto che sono andate adattandosi all’ambiente di crescita.

Tra i punti di forza italiani, rispetto al resto d’Europa il settore alimentare ha il primo posto. È necessario valorizzarlo.

A tutelare le denominazioni di origine protetta, nel Lazio, è il Consorzio Sabina DOP, riconosciuto dal D.M. 23 ottobre 2009, n. 16106. Il consorzio si costituisce di olivicoli, frantoi e imbottigliatori di 46 comuni delle province di Roma e Rieti.

Anche nella fase di lavorazione, i vantaggi sono tanti. La possibilità di avere i frantoi nei pressi delle aree di coltivazione e raccolta, che permette una tempestiva lavorazione del prodotto primario (uno dei principali requisiti per l’ottenimento di un prodotto di alta qualità), l’elevata professionalità dei lavoratori dei frantoi, la modernizzazione degli impianti.

Il territorio nazionale è ricco di aree agricole, in termini quantitativi e in termini di adattabilità alla coltivazione. Sono circa 300 le varietà di cultivar di oliva, che hanno un grande valore paesaggistico, culturale, turistico e storico. Questo spiega perché il territorio italiano conta 43 DOP, 1 IGP, 500 filiere del prodotto oleicolo tracciate.

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